Per quasi tutti i visitatori del Castello Estense la parte più affascinante e anche quella più “ tetra” è la visita alle “segrete” ( le prigioni sotterranee ) del castello.
Qui non venivano rinchiusi i detenuti comuni, normalmente destinati alle carceri cittadine del Palazzo della Regione ( che si trovava affianco alla cattedrale ), bensì personaggi d'alto rango o, comunque, prigionieri sui quali gli Estensi intendevano assicurarsi una particolare sorveglianza.
Una di queste particolari celle è chiamata la “ prigione di don Giulio “ di cui, nella foto sopra, vedete a sinistra la porticina blindata dell’accesso alla cella.
Non so se si capisce dalla foto…ma la porta è poco più alta di un metro cinquanta e per entrare alla cella bisogna piegarsi quasi a carponi !
La prigione di don Giulio è un’impenetrabile cella ricavata nella Torre dei Leoni del Castello Estense ( forse destinata anche a sala delle torture ), dove nel 1506 furono rinchiusi don Giulio e don Ferrante d’Este, fratelli dell’allora duca Alfonso I d’Este.
Condannati a morte per aver attentato alla vita del duca e dell'altro fratello , il cardinale Ippolito, ebbero poi commutata la pena nel carcere a vita, da scontarsi nelle prigioni del Castello.
Ferrante vi trovò la morte dopo trentaquattro anni di reclusione, mentre Giulio fu graziato nel 1559 all'età di 81 anni di cui 53 passati in prigione…e che prigione !
Le cronache dell'epoca ricordano lo stupore dei ferraresi nel vedere il nobile vecchio, ancora vigoroso, circolare per le strade della città abbigliato alla moda di cinquant'anni prima !
Per chi a voglia di sapere tutto sulla vicenda di don Giulio ecco brevemente come si svolsero i fatti che seguirono la sua carcerazione: ( sedetevi tutti che vi racconto la fiaba ! )
Giulio e il cardinale Ippolito, fratelli di Alfonso I, erano divisi da rancori. Entrambi si innamorarono della stessa damigella, Angela Borgia ( aaaah le donne ), cugina della duchessa Lucrezia Borgia.
La graziosa fanciulla accordava le sue preferenze a don Giulio. Nelle campagne presso la delizia di Belriguardo ( vedi “La Delizia Estense del Belriguardo“ ) i due fratelli si incontrarono per chiarire la diatriba fra i due.
Ma don Giulio era solo e nulla poté fare quando il cardinale ordinò ai suoi servi di ucciderlo. Il crudele ordine non fu portato a termine, ma Giulio fu pestato a sangue e perdette l’uso di un occhio. Da quel momento iniziò a tramare la morte di Ippolito e unì i suoi sforzi a quelli di un altro fratello, don Ferrante, che ambiva eliminare il duca per prendere il suo posto.
La congiura, come potete immaginare, non andò a buon fine e i due fratelli furono mandati a scontare la loro pena nelle prigioni del Castello Estense.
La foto sopra vi mostra l’unica fonte di luce e di aria ( piccolissima ) che aveva don Giulio nella sua cella.
P.s. quando sarete in piedi in questa cella pensate a come una persona possa vivere in quell’ambiente, senza le luci elettriche che ci sono adesso, per 53 anni….e un brivido vi percorrerà la schiena !
Foto: originali di Franco Colla
Nessun commento:
Posta un commento